INTUS ET FORIS, interni barocchi
Mostra all' Accademia di Romania in Roma dal 19 marzo 2014, a cura di Alicia Adamczak
Nato a Parigi, dove già nel 1987 entra nella prestigiosa Ecole Nationale Supérieure des Beaux-Arts, Philippe Casanova si forma all' arte seguendo un percorso accademico segnato dall' apprendimento sia del disegno che della scultura. Ma è sopprattutto attraverso il medium della pittura che l' artista esterna la sua predilezione per l' arte antica e che transmette al pubblico la sua visione dell' universo barocco che lo affascina. Sviluppato man mano da incontri o soggiorni in Italia il suo gusto conclamato per il barocco romano, insegue due approdi diversi ma complementari chiaramente illustrati dall' insieme di opere qui presentate.
L' arte barocca e aldilà seicentesca è magnificata sulle sue tele essendone protagonista. Riprendendo dei motivi seicenteschi, Casanova da a loro un ampio spazio nella sua opera dove hanno il sopravvento gli interni delle chiese della Cità Eterna, gli scorci dei Palazzi elevati e adornati nell' età del Cavaliere Bernini, di Francesco Borromini o di Carlo Fontana, tale la galleria Lepanto del Palazzo Colonna oppure l' illuminazione dell' Altare Maggiore di Santa Maria in Traspontina. Oltre alla scelta di un iconografia antica, Casanova intende evocare la sua passione per il barocco attraverso una maniera di dipingere che li è propria. Gli piace giocare con la nostra percezione del reale dando l' illusione del movimento con pennellate larghe, veloci e gettate cosi caratteristiche della sua prassi. Mentre certe tele si allontanano da ogni riferimento all' arte antica, richiamano tuttavia (e sempre in Casanova) questo fuoco barocco attraverso il vortice di colori e luce che conferisce alle scene vita ed energia. Tali sono "La reconnaissance officielle des Apparitions de la Vierge à Benoite Rencurel à Notre Dame du Laus" (cat. 20) che appartiene alla pittura narrativa, le due vedute dei giardini di Villa Medici (cat.18-19) tributo all' arte paesaggista e infine gli interni dell' Hotel de Béhague, sede dell' Ambasciata di Romania a Parigi (cat. 1-2).
Fedele all motivo e allo spirito creativo del seicento, Philippe Casanova ci consegna una visione contemporanea e personale dell' arte antica lanciando un ponte verso il passato che ogni artista, accademico o no, guarda e dal quale prende ispirazione. Pure premiando le rappresentazioni di chiese e palazzi romani, i dipinti di Casanova offrono ciò nonostante una palese diversità nei luoghi scelti, nei tagli o ancora negli istanti colti dalla luce; luce che per il pittore è un personaggio e un elemento plastico maggiore attorno al quale l' opera si costruisce e si sviluppa, come nella veduta di Santa Maria in Traspontina (cat. 10) o di San Pietro in Montorio (cat. 11). Facendoci penetrare negli alti luoghi della creazione barocca- ricordiamo la sua prima serie consacrata nel 2007-2008 alla Basilica San Pietro, il cui percorso pittorico ci conduce dal Ponte Sant Angelo agli spazi più reconditi del Santuario (cat. 6)- Casanova ci fa pure scoprire delle chiese più nascoste, a volte dimenticate come San Giuliano dei Fiamminghi (cat. 5) e poggia il suo (nostro) sguardo su delle opere singolari, specie delle sculture. In mezzo alle magnificenze che offre la Città di Roma, Casanova tradisce un ovvio e marcato interesse per la statuaria, legatissima alla creazione seicentesca alla quale consacra più serie: una sulla cappella Sant' Ignazio del Gesù (cat.14-15), un' altra sugli Apostoli di San Giovanni in Laterano (cat. 13-17), seguendo una costante ingiunzione nel suo operare di fare breccia, di succitare una emozione col colore ricco e vivo, la toccata vibrante, la luce celeste, quasi divina, Casanova da ampio spazio alle statue colossali. Si impongono sulla tela con il loro volume e loro presenza, come il San Pietro dal Jean Baptiste Théodon al Laterano (cat. 17) e la Santa Veronica da Francesco Mocchi al Vaticano (cat.12). Queste figure di marmo, inanimate per essenza, prendono allora vita grazie al pennello nervoso dal colore vivace che il pittore applica alla tela con arguzia e rigore insospettato.
Una pittura di Casanova evoca evoca l' arte barocca senza copiarla; creando la popria visione di un motivo esistente, piace all' artista modificare cosi il reale, ripensare i colori e i marmi, degli pavimenti, degli stucchi per far scaturire un opera nuova, inaudita un "sogno barocco".
Alicia Adamczak, marzo 2014 (catalogo della mostra Intus et Foris, Palombi editori 2014)